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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 120. Messina-Bolzano sola andata
18/01/2018
Un testacoda misura le distanze, non solo fisiche, tra gli estremi della nostra Penisola.
Da un lato, in Sicilia, l'istantanea di un fenomeno dilagante - l'abusivismo - divenuto ormai un cliché autogiustificante - l'abusivismo di necessità -, usato addirittura da qualcuno come rivendicazione durante la recente campagna elettorale per le elezioni regionali. Eppure, il tema, come evidenziato dal nostro report, va oltre la questione della liceità tra concessione e deroga, in quanto riguarda la qualità - scarsa - del costruire e il consumo - abbondante - di suolo, anche laddove autorizzati. Messina, poi, rivela come le buone pratiche sono tali se non si arenano di fronte alla macchina burocratica o alle incertezze della politica, altrimenti risultano puro esercizio retorico: non basta, infatti, la parola "laboratorio" a legittimare il tutto.
Al capo opposto, un'altra città-laboratorio, Bolzano, che sembra aver perso lo smalto di qualche lustro fa - anche dal punto di vista dell'armoniosa convivenza civile - ma che resta un riferimento per il pubblico decoro. E, in particolare, che, attraverso lo strumento del masterplan, riesce a ripensare i propri assetti all'interno di limiti fisici prestabiliti e rispettati: dal quartiere Casanova alla zona industriale.
Infine, uno sguardo alla Francia dei progetti pubblici o d'interesse pubblico, che si concentrano su alcune invarianti tipologiche legate alle destinazione d'uso: così, in questi anni recenti, per l'équipement - termine difficilmente traducibile in italiano, se non in maniera ridicola, con "equipaggiamento" o "attrezzatura" - è ora il turno, dopo musei e mediateche, delle arene: meno cultura e più social/entertainment/sport/marketing. Ma, tant'è, questo offre il mercato…
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